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Agricoltura, rinnovato il contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti

Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 maggio è stato siglato a Roma, nella sede di Confagricoltura, il rinnovo del contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti. A dare la notizia le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. Nel rinnovo contrattuale è previsto un aumento salariale del 4,7% nel biennio che sarà erogato in tre tranche: il 3% a partire da giugno 2022, l’1,2% da gennaio 2023 e lo 0,5 a giugno 2023. Elemento innovativo è l’impegno ad incontrarsi a settembre 2023 per verificare l’inflazione reale del biennio e rivalutare l’adeguamento economico. Tra i punti qualificanti del rinnovo si conferma il modello contrattuale che si articola a livello nazionale e provinciale. Per evitare ulteriori futuri ritardi nei rinnovi dei contratti provinciali, è stato definito che gli effetti economici abbiano decorrenza nell’ambito del biennio di riferimento.

Positivo il commento del segretario generale della Fai Cisl Basilicata Giuseppe Romano che parla di “rinnovo importante che affronta i nodi del comparto e rappresenta un passo decisivo verso una diversa percezione dell’importanza del settore agricolo per l’economia italiana e per tutta la filiera agroalimentare. L’importanza di questo rinnovo – continua Romano – è destinata a riverberarsi anche nel nostro territorio in considerazione della particolare importanza che l’agricoltura riveste per la Basilicata. Il settore primario costituisce l’ossatura dell’economia lucana e anche grazie a questo innovativo contratto può fungere da starter decisivo per lo sviluppo e per l’occupazione. In questi mesi abbiamo fatto un intenso lavoro per mettere gli enti bilaterali provinciali nelle condizioni di erogare prestazione in favore dei lavoratori, scelta lungimirante anche alla luce del rafforzamento del ruolo della bilateralità nel nuovo contratto nazionale”.

Il nuovo contratto prevede infatti una serie di misure sul capitolo bilateralità per il rafforzamento dell’integrazione fra scuola e lavoro e l’accesso prioritario alla formazione e all’informazione sui temi della salute e della sicurezza. È stata inoltre inserita l’opportunità di effettuare un monitoraggio, anche attraverso l’ente bilaterale nazionale, per verificare le trasformazioni delle casse extra-legem in Ebat e viene rafforzato lo strumento delle convenzioni, utile alla salvaguardia e alla stabilizzazione occupazionale.

Tra le novità in tema di welfare, un’integrazione del 20%, che si aggiunge all’80% attualmente riconosciuto dall’Inps, per i cinque mesi di maternità obbligatoria; per gli operai a tempo indeterminato, il riconoscimento di un assegno di solidarietà non solo per gravi patologie ma anche per interventi chirurgici e l’istituzione della Cassa Rischio Vita; l’aumento da due a tre mesi dell’indennità per lavoratrici vittime di violenza di genere. Un altro elemento fortemente richiesto dalle parti sociali, e inserito nel contratto, è l’aggiornamento di alcuni profili all’interno della classificazione, in particolar modo per gli operai florovivaisti.