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Cresce la rabbia dei forestali

La “rabbia” dei lavoratori forestali è esplosa ieri mattina al centro sociale di Villa d’Agri. Hanno alzato la voce su quelle che ormai sono le problematiche che da anni si trascinano nel comprensorio dell’Alta Val d’Agri: il ritardo nell’avvio dei cantieri, lo stop della chiusura giovedì scorso e l’interrogativo di non arrivare a terminare le 151 giornate previste entro il 31 dicembre prossimo. Circa 200, in totale su 20 comuni ne operano 530. Alcuni in tenuta da lavoro. Si perché lo stop del cantiere non era previsto e puntualmente non è stato così. La maggior parte, donne e madri di famiglia, dai 50 anni in su, con il volto stanco e la disperazione nel “cuore”, hanno “urlato” chiedendo chiarezza e risposte per la loro situazione lavorativa. Al tavolo, le segreterie regionali della Cgil, con Vincenzo Esposito, il segretario della Fai Cisl, Antonio Lapadula e rappresentanze sindacali zonali, Carmela Salvia (Cgil) Pietro Paladino (Cisl) e Angelo Foresio (Uil). Molti di loro hanno fatto a turno a parlare ma i concetti erano sempre gli stessi, “partenza dei cantieri in ritardo, diritti negati come il rimborso chilometrico, incertezze e mancanza di prospettive future nel settore, dispositivi di sicurezza di scarsa qualità e tanto altro”. Concetti essenziali spiegati in una lettera che la rappresentante dei lavoratori, Pina Varallo ha spiegato al presidente della Regione Marcello Pittella e alle varie rappresentanze istituzionali locali e regionali. “Mettetevi vergogna , anche se fate a scarica barile, vogliamo sapere – ha sollevato nella lettera – a che gioco state giocando, sulle nostre spalle, sulle nostre misere giornate, perché solo gli operai dell’Area Programma Val d’Agri. Siamo stati sospesi e prima di iniziare a lavorare già si parlava che gli operai comuni dovevano fare 52 giornate lavorative (62 contributive) ne gli operai antincendio invece 92. Come mai questa differenza di giornate?”. Mettetevi nei nostri “panni” e riflettete – ha continuato Varallo – un po’ che con 50 giornate lavorative non ci compriamo neanche il pane e poi tra noi operai ci sono molti malati. I soldi delle royalties sono spariti. Ci avete garantito che le cose miglioravano. Perchè non ci lasciate vivere decentemente e ci date quel poco che ci tocca per andare avanti. Visto e considerato che ci avete tolto tutti i nostri diritti, tra cui anche la percorrenza chilometrica. Vogliamo delle risposte scritte e non parole che poi vanno al vento, perché le promesse che fate le dovete mantenere e non prenderci in giro come avete fatto fino ad ora. Mettetevi d’accordo – ha gridato nel documento la rappresentante dei lavoratori – e fateci lavorare in santa pace”. Esposito ha spiegato come il “problema deriva dal mancato finanziamento nei tempi dovuti da parte della regione Basilicata. Le Aree programma – ha detto – stanno rincorrendo la Regione, perché se l’ente regionale avrebbe messo tutte le risorse a disposizione, gli operai non avrebbero fatto l’interruzione”. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario della Fai Cisl, Antonio Lapadula che ha precisato “noi pensiamo che la situazione si possa sbloccare perché le risorse sono disponibili”. “Intanto sullo sblocco del turn over c’è una bozza di proposta da parte della regione della legge di riordino del settore. Ciò consente di aprire un tavolo per far si che si possa arrivare a determinare l’agenzia agro forestale dove sono previste tutta una serie di attività innovative”. Per la sindacalista zonale, Salvia “il problema è sempre uno l’apertura dei cantieri in ritardo e la mancanza di programmazione da parte della Regione”. Da parte di Paladino (Cisl) “bisogna trovare delle strategie che diano garanzie nell’arrivare al termine delle giornate lavorative”. Punto focale, invece per Foresio della Uil, “il nuovo soggetto che è la costituzione dell’agenzia agro forestale”. Intanto per oggi è prevista la Conferenza dei Sindaci e in caso non si raggiunge il numero legale, il tutto slitta ancora di un’altra settimana.

 

fonte: Il Quotidiano