News

Rifiuti o agro-industria?

L’area industriale di San Nicola di Melfi sarebbe a un bivio: continuare ad affiancare alla produzione di auto che va in tutto il mondo le industrie agroalimentari che, anche con noti marchi, creano mercato e occupazione, o diventare il principale centro di trattamento di rifiuti mettendo a rischio la già avviata agroindustria. La denuncia viene, compatata, dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil (e cioè la Flai, la Fai e la Uila) i cui segretari regionali Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello puntano il dito contro «la concessione delle autorizzazioni a realizzare tre distinti progetti industriali per tre impianti di trattamento della “forsu (la frazione organica di rifiuti solidi urbani) nell’area industriale di S. Nicola di Melfi” affermando che “sarebbe una vera “iattura” per il più importante polo agro-industriale delIa nostra regione”. Non un battaglia di principio e non una contrarietà preconcetta a questo tipo di impianti, spiegano i tre sindacalisti, ma “la reale preoccupazione – dicono – è che tali impianti possano propagare e diffondere nell’aria sostanze maleodoranti che comporterebbero gravi ed irreparabili danni nelle fasi produttive di lievitazione e raffreddamento dei semilavorati oltre alla diffusione per via aerea di bio-aerosol che può essere costituito da micro-organismi (batteri, spore, tossine e funghi) presenti nel materiale trattato”. In queste condizioni, spiegano i tre sindacalisti le importanti aziende agroalimentari presenti in quell’area “potrebbero rivedere il proprio interesse a rimanere sul territorio” e i tre sindacati, pur ovviamente non augurandosi affatto questa soluzione, confessano di capire “le preoccupazioni delle aziende alimentari presenti sull’area e di sostenerle con forza per evitare le inevitabili e pericolose ricadute di immagine allequali andrebbero incontro”. Da qui la richiesta al presidente della Regione Marcello Pittella, alla giunta e al consiglio regionale affinché “prendano coscienza dei pericoli presenti e sospendano, con effetto immediato, le autorizzazioni per realizzare tali impianti di smaltimento sull’area individuata. É a nostra conoscenza -aggiungono Lapadula, Esposito e Nardiello – che nel Consiglio Regionale di martedì 12 prossimo, sarà all’ordine del giorno la mozione presentata dal consigliere Pietrantuono in merito al tema. Si dia un segnale forte di affidabilità a queste aziende agro-alimentari che negli anni hanno già dimostrato di voler fare impresa e creare occupazione. Un segnale che potrebbe essere l’ invito a delocalizzare gli investimenti, sempre restando in territorio di Basilicata. “Sia chiaro – spiegano infatti le tre sigle – che il sindacato non è contro tali investimenti ma condanna la scelta dell’area individuata. La Regione Basilicata è piena di aree industriali senza tali criticità che sono pronte ad ospitare questi nuovi ed interessanti investimenti: c’è solo l’imbarazzo della scelta”. Aree dove non sarebbe messo a rischio quanto già esiste. “Abbiamo lavorato anni per creare le giuste condizioni di attrattività per nuovi investimenti agro-industriali in Basilicata – avverte in sindacato – e lo abbiamo fatto grazie al lavoro della nostra gente e dalla messa in mostra di un ambiente salubre e sano del nostro territorio. E incomprensibile, almeno per noi, come si possano autorizzare investimenti in settori delicati non valutando, sciaguratamente, che il territorio individuato, quello di San Nicola Melfi, ospita importanti aziende agro-alimentari”.

 

fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno