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Sbarra – Serve controffensiva unitaria e partecipata, valorizzare Rete Lavoro Qualità

“Tre morti tra i campi in pochi giorni in Puglia: le parole non bastano: ora dobbiamo avviare una grande e partecipata controffensiva nazionale al caporalato”. Lo afferma in una nota Luigi Sbarra, Commissario nazionale della Fai-Cisl. “Il ministro Martina ha ragione – aggiunge Sbarra – questo cancro è associabile in tutto e per tutto alla criminalità organizzata, si nutre della disperazione dei senza lavoro e vive grazie al violento controllo delle agromafie. Gli interventi repressivi vanno intensificati, ma non sono da soli sufficienti a contrastare il lavoro nero se non accompagnati da iniziative dirette a risolvere le cause che sono alla base di questa barbarie”. Qualità dell’Impresa e Qualità del Lavoro devono camminare di pari passo.
La strada maestra, per Sbarra, “passa per la riqualificazione del lavoro rurale, anche attraverso la valorizzazione di uno strumento come la Rete del lavoro agricolo di qualità, certificazione etica voluta in maniera unitaria da Cisl, Cgil, Uil, Governo nazionale e Istituzioni locali. Un passo fondamentale seguito dalla creazione di una cabina di regia presso l’Inps in cui collaborano tutte le competenze per orientare in modo collegiale l’attività ispettiva e di vigilanza nei confronti delle imprese non iscritte alla Rete. Ora va data reale operatività a questi strumenti – sottolinea -. Va confermato nei fatti un principio di condizionalità, ma anche di premialità, nei confronti dei datori di lavoro che rispettano la legislazione sociale ed i contratti collettivi di lavoro. Obiettivo centrale e condiviso, che deve dar vita a una proficua cooperazione con il sindacato e che punti a un monitoraggio strutturato del fenomeno e a una stabile attività di vigilanza e controllo sul territorio”. “I drammatici fatti di questi giorni, conclude il Commissario Fai-Cisl, dimostrano che siamo di fronte a una questione di assoluta emergenza, che ha come posta in gioco il rispetto della dignità di donne e uomini che vogliono solo svolgere un lavoro, e i valori di solidarietà e giustizia su cui deve ergersi un paese civile”.

fonte: www.faicisl.it