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L’Ecosunpower è inadempiente, nessuna reindustrializzazione per la ex Mister Day

Una storia lunga per lo meno tre anni, comunque trascorsi sempre nella speranza che tutto si potesse risolvere nel migliore dei modi. Mettendo fine ad una situazione che in un primo momento sembrava compromessa per sempre. Soprattutto dopo il “forfait” mai compreso fino in fondo di Parmalat (fallimento) e Vicenzi (ristrutturazione aziendale) alla Mister Day della zona industriale della Valle di Vitalba, in territorio di Atella. E che poi era andata imboccando una strada di recupero e di ritorno alla speranza. Grazie all’intervento della Regione Basilicata che, per salvare oltre cento posti di lavoro, aveva messo sul piatto della bilancia un fondo di 10 milioni di euro. Tutto per un processo di riconversione industriale difficile, ma sempre in grado di arrivare alla concretizzazione. Ora, dopo tanto tempo durante il quale è successo di tutto e di più, lo stesso finanziamento a fondo perduto si è deciso di annullarlo a livello di contratto sottoscritto dalle parti. Il provvedimento starebbe per essere adottato dal governo regionale lucano. Intanto, con i soldi pubblici finiti a ..giuggiole (all’incirca un milione e passa di euro) si è proceduto inutilmente a riqualificare le maestranze dell’ex Mister Day. Da addetti a linee produttive di biscotti e merendine ad operatori di una fabbrica (mai riconvertita ufficialmente) destinata a realizzare motori elettrici. E così ci risiamo. Niente più biscotti e nemmeno motori. Gli operai, quasi tutti capifamiglia monoreddito, sono sempre e forse ancora più in mezzo ad una strada. La società Ecosunpower, che si era aggiudicata il bando per il processo di reindustrializzazione, sembra essere risultata inadempiente su tutti i fronti, non in grado di sostenere tempi e modi sottoscritti nell’accordo con la Regione Basilicata. La stessa che, con il consenso dei sindacati di categoria non solo autonomi, ma soprattutto confederali, ha finalmente deciso di rescindere il contratto stipulato con la Ecosunpower. Prima che la situazione potesse diventare molto pericolosa, tanto da poter mettere nei guai qualcuno tra quelli inizialmente avevano dato l’ok alla soc. Ecosanpower, probabilmente a metà lucana e per il resto con imprenditori di altre regioni. Ed ora? Tutti sperano, ad iniziare dagli operai “traditi”, che possa essere bandito, possibilmente a tempi di record, un nuovo procedimento per una possibile reindustrializzazione. La Regione Basilicata ha ancora in bilancio un capitolo aperto per la reindustrializzazione che salvino il maggior numero di posti di lavoro. Il fondo sarebbe di 65 milioni di euro. Cosa interessante è quella che ci sarebbero già, parola dei sindacati imprenditori pronti a fare la loro parte, per la reindustrializzazione. I lavoratori, però, non vogliono più essere presi in giro.

fonte: La Nuova