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Ex Cutolo, un nuovo bando per ricollocare i 55 addetti

La Alaque srl é decaduta da ogni diritto previsto dall’avviso pubblico per la reidustrializzazione della ex Cutolo di Atella, e la Regione Basilicata, verificherà se sussistono ancora le condizioni per l’eventuale coinvolgimento della società Hemera Green Water di Vasto, seconda classificata al bando regionale per il sito produttivo lucano. Nel frattempo, sarà pubblicato un nuovo avviso per ricollocare i 55 lavoratori dello stabilimento di acque minerali di Atella, che “sia slegato dal sito produttivo sul quale insistono le concessioni minerarie”. Sono queste, alcune delle decisioni prese ieri, nel corso di un incontro che si è tenuto a Potenza, per discutere della vertenza Cutolo. Alla riunione erano presenti – oltre ai rappresentanti dei sindacati – l’assessore della Basilicata alla Attività Produttive, Giannino Romaniello, e il funzionario della segreteria tecnica della task force per l’occupazione, Vito Laurenza. All’inizio dell’incontro, l’assessore Pitella ha dato lettura della comunicazione del curatore fallimentare Mauro Di Ciommo, dalla quale si evince che “la società prima classificata Alaque srl, non avendo versato nei tempi concessi dal giudice delegato l’importo di 5,15 milioni di euro, decade definitivamente da ogni diritto previsto dal bando regionale di reidustrializzazione e perde al contempo la copertura di 573 mila euro versata ad aprile”. “Purturppo – dicono Vincenzo Esposito, Antonio Lapadula e Gerardo Nardiello, segretari regionale di Flai-Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – c’è stata la presa d’atto dell’uscita di scena della società Alaque. La Regione vaglierà alcune soluzioni, pensando anche ad una ricollocazione dei lavoratori in un altro sito produttivo. Ogni ipotesi, naturalmente, dovrà essere da noi vagliata, nella speranza che venga supportata da documentazione certa. E’ importante garantire l’occupazione agli operai, ma allo stesso tempo, far sì che l’acqua continui a garantire lavoro”. “Siamo rammaricati – dice l’assessore Pittella – ma non scoraggiati. Forse a questo punto è opportuno avviare una riflessione congiunta sulla possibilità di sganciare il sito produttivo dalla possibilità di ricollocare i lavoratori, estendendo una parte, le possibilità di occupazione, e riducendo dall’altra, gli oneri per chi avesse interesse a rilevare le fonti. Su questi fronti – conclude saremo tutti impegnati”.

fonte: gazzetta del mezzogiorno